martedì 25 settembre 2007

CORSO DI FORMAZIONE METODOLOGICA
BRANCA CASTORINI

INTRODUZIONE AL CASTORISMO

Il Bambino (dai 5 ai 7 anni)

Prima di entrare nei dettagli del metodo è opportuno precisare che il Castorismo non deve essere visto come
una sorta di “Lupettismo in miniatura”, bensì come un progetto pedagogico appositamente strutturato in
funzione delle caratteristiche del bambino nell’età compresa tra i 5 e i 7 anni e con finalità proprie per questa
fascia d’età.

A tal proposito è necessario delineare alcune caratteristiche del bambino nell’età compresa tra i 5 e i 7 anni.

Fermo restando il principio che non è possibile determinare un modello fisico "standard" valido per tutti i
bambini, in quanto lo sviluppo in questa fase di accrescimento è strettamente soggettivo, si devono
comunque tenere presenti alcune considerazioni di ordine generale.

Il bambino in questa fase della crescita presenta un accrescimento staturale non accompagnato né da un
adeguato accrescimento ponderale, né, tantomeno, da un adeguato irrobustimento muscolare. In particolare
si assiste ad un certo irrobustimento della muscolatura degli arti inferiori mentre ritarda lo sviluppo muscolare
delle dita ed in generale della muscolatura fine.

Questo fenomeno implica alcune considerazioni:

1. Il bambino deve ricercare nuovi equilibri spaziali al fine di adattarsi alle modificazioni staturali
(allungamento degli arti, modificazione della posizione del baricentro, ecc.); questa ricerca di equilibrio, se
non correttamente educata, può provocare nel bambino para-morfismi (scoliosi, cifosi, ecc.). Particolare cura
dei Capi sarà dunque l'educare il bambino a posture e movimenti corretti;
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2. E’ necessario avere coscienza dei limiti strutturali del bambino per non sovraccaricarlo di sforzi eccessivi,
il bambino è, infatti, capace di sostenere sforzi relativamente intensi ma limitati nel tempo;
3. Particolare cura va posta nel sottoporre al bambino esercizi che gli consentano di sviluppare le attività di
coordinamento motorio e manuale.
E' importante che il bambino prenda coscienza di sé, dello spazio che lo circonda e di sé inserito nello
spazio. E' altresì importante aiutare il bambino a sviluppare il coordinamento psicomotorio. E' perciò
necessario che l'attività comprenda esercizi, svolti sotto forma di gioco, che permettano al bambino di
acquisire i concetti di avanti-indietro, sotto-sopra, destra-sinistra, alto-basso e che gli facciano prendere
coscienza dei propri movimenti e dell'interazione degli stessi con il mondo che lo circonda.


In questa fase il bambino è stimolato a superare la precedente fase egocentristica tipica della prima infanzia
(l’ingresso nel mondo della scuola porta il bambino a separarsi dal nucleo familiare e a rapportarsi
necessariamente con il gruppo dei pari, e spesso questo accade non senza traumi) ed è stimolato per
curiosità a rapportarsi con gli altri. In genere il confronto assume la connotazione di scontro (aggressività). E'
perciò importante, attraverso il gioco strutturato, educare il bambino ad interagire con i propri compagni.
Questo può avvenire attraverso forme di gioco collaborative e non competitive.
Inoltre la conoscenza, l'accettazione e il rispetto delle regole faranno comprendere al bambino l'importanza
del gruppo come realtà strutturata.


Non va dimenticato inoltre che in questa fase d'età avviene un primo allontanamento del bambino dai
genitori, egli supera, cioè, la fase della prima infanzia dove è coccolato, ed entra in una fase di maggiore
autonomia (naturalmente guidata). E' dunque importante che il bambino trovi nel gruppo persone capaci di
aiutarlo a rendersi autonomo, senza peraltro fargli mancare quella sicurezza che fino a poco prima era
direttamente connessa alla diretta presenza dei genitori.


E' particolarmente importante educare il bambino all'attività manuale finalizzata non tanto ad ottenere
particolari risultati concreti immediati, quanto a sviluppare una corretta manualità in modo che egli acquisisca
sicurezza nell'utilizzo degli strumenti elementari e si eserciti a rendere concreta, attraverso la materia, la
propria fantasia.


E’ necessario che il rapporto che si instaura tra il bambino e l’educatore (capo) sia quanto più possibile
sereno ed informale. Deve essere chiaro il ruolo esercitato dal Capo unità che non deve essere confuso con
quello esercitato dai genitori, ma altresì impostato sulla relazione del giovane castorino con il "fratello
maggiore".


I Capi avranno l'attenzione di non sgridare il bambino in modo brusco e di non limitare la sua creatività.
Eventuali rimproveri dovranno avvenire preferibilmente in privato facendo leva sulla responsabilità presa al
momento del "Patto", facendo capire al bambino che la sua corretta presenza è importante per tutta la
colonia.


Eventualmente i rimproveri dovrebbero essere espressi in modo generalizzato, al momento del cerchio,
coinvolgendo la colonia nella riflessione sulla necessità di mantenere un clima sereno e gioioso che
permetta a tutti di stare bene assieme.


I punti brevemente sopra esposti saranno ripresi in seguito nell’analisi metodologica.


Note:
Lavorare con bambini piccoli non significa assolutamente che ai Capi-Educatori vengano richiesti sforzi
minori, anzi, poiché la dipendenza del bambino dall’adulto, a questa età, è pressoché totale, è necessaria
una buona preparazione, sia da punto di vista metodologico (conoscenza del metodo) che da quello
pedagogico (conoscenza del bambino), nonché una forte motivazione.

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IL CASTORISMO IN ASSISCOUT:


Scopi e finalità della Branca

Art. 41 E' costituita la Branca Castorini allo scopo di raggruppare in un progetto educativo organico i
bambini e le bambine di età compresa tra i 5 e 7 anni, chiamati castorini, avente le seguenti finalità:
a) Educare il bambino a vivere in un gruppo aiutandolo a superare la fase egocentrica tipica di

questa età e aiutandolo a scoprire l'importanza della presenza delle regole nel gioco, in un clima

sereno e gioioso;
b) aiutare il bambino a sviluppare le proprie abilità manuali ed espressive;
c) stimolare la curiosità nella scoperta della natura;
d) preparare il bambino all'entrata nel branco dei Lupetti.

Posta all’inizio nel cammino Scout, la Branca Castorini rappresenta il primo ambiente dove il bambino inizia
a vivere la propria Progressione Personale Scout attraverso la quale, di branca in branca, si tenderà ad uno
sviluppo equilibrato ed integrale della persona nella sua dimensione fisica, etica e civica.

Per quanto riguarda i castorini possiamo delineare alcuni obiettivi minimi che il bambino dovrà conseguire
durante la sua permanenza in colonia:

• Dimensione fisica: Conoscere il proprio corpo, rapportarsi con lo spazio, acquisire sicurezza nella
manualità e nei movimenti...
• Dimensione etica: Imparare a vivere nel gruppo e a relazionarsi, imparare a rendersi utili, abbozzare
una prima scala personale di valori...
• Dimensione civica: Imparare il valore delle regole e il concetto di democrazia
In quest’ottica il lavoro svolto nella Branca non deve essere considerato una semplice forma di animazione
finalizzata ad intrattenere il bambino con giochi fine a sé stessi, ma come un progetto educativo organico
che si proponga un suo sviluppo completo ed equilibrato.

E’ perciò importantissimo che l’attività sia progettata accuratamente e non sia frutto di improvvisazione, e
che le varie attività siano guidate da obiettivi chiari.

L’educazione al servizio e all’autonomia, realtà proprie di tutto il cammino Scout, si concretizzano per il
castorino:

• nella scoperta del gruppo come realtà in cui imparare a relazionarsi con gli altri bambini,
• nel gioco come forma di autoeducazione al rispetto delle regole e al tempo stesso come momento in cui
poter esprimere la propria interiorità,
• nell’acquisizione delle abilità di base nell’utilizzo di piccoli strumenti di lavoro (a cominciare dalle proprie
mani),
• nelle attività espressive,
• nella scoperta del mondo che lo circonda.
Il gruppo dei pari rappresenta quasi sempre per il castorino una novità.

Prima dei 5 anni, infatti, il bambino è abituato a vivere le proprie relazioni all’interno della famiglia, in un
mondo costituito prevalentemente da adulti che si occupano di lui.

E’ perciò abituato a considerare sé stesso come una sorta di “centro” dell’intero universo “adulto” che lo
circonda, fruitore delle attenzioni dei genitori.

L’età 5-7 anni è anche un periodo di grandi cambiamenti per il bambino dal punto di vista emotivo. Egli
scopre, infatti, progressivamente, una certa autonomia di pensiero, comincia a chiedersi il “perché” di ciò
che accade e a motivare le sue scelte, cerca la compagnia di altri bambini, ma al tempo stesso continua a
considerare sé stesso il centro dell’universo, trova inoltre difficile esprimere il proprio mondo interiore, ricco
di immagini fantastiche, in quanto non abituato a relazionarsi con il gruppo dei pari, ed incapace, al tempo
stesso, di farsi comprendere dall’adulto.

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E’ questo il periodo nel quale il bambino si trova a vivere le prime esperienze di socializzazione all’interno
della scuola.

E’ un periodo caratterizzato anche da mutamenti fisici e dalla necessità per il bambino di imparare a
conoscere il proprio corpo, l’ambiente che lo circonda e, soprattutto, l’interazione tra sé e l’ambiente
(acquisire padronanza dello spazio in cui muoversi).

E’ perciò necessario, innanzi tutto, che l’adulto-educatore aiuti il bambino ad imparare a relazionarsi con gli
altri bambini e ad esprimere la propria ricchezza interiore.

Per fare ciò è però necessario che si crei tra il bambino e l’adulto quel legame di fiducia che permette al
bambino di esprimersi liberamente.

Troppo spesso l’adulto è portato a considerare il bambino solo come una sorta di “spugna” capace di
“assorbire” le nozioni e i comportamenti imposti dal mondo degli adulti. Ma questo non significa “educare”
quanto “addestrare” il bambino. Il cammino Scout è un cammino educativo e non di “addestramento”.

L’educazione del bambino deve perciò seguire una logica opposta. Educare è infatti un termine che in latino
viene tradotto con ex-ducere, ovvero condurre fuori.

Il compito dell’educatore è perciò quello di aiutare il bambino ad esprimere al meglio le proprie potenzialità e
a formarsi delle “regole” autonome di comportamento che il bambino possa percepire come proprie perché
nate dal gruppo dei pari.

Perché questo sia possibile, è necessario che l’adulto goda della fiducia del bambino; che il bambino apra
all’adulto, la “porta” del proprio mondo interiore in modo tale che l’adulto poi possa intervenire non in forma
impositiva, ma in forma propositiva. Questo può avvenire solo se è l’adulto a mettersi al livello del bambino
e a cercare di comprendere il suo mondo vedendolo dal punto di vista del bambino.

L’adulto perciò non dovrà “travasare” sul bambino le proprie nozioni o i codici di comportamento, quanto
fargli vivere quelle situazioni che gli permettano di scoprire ed affinare le proprie abilità e al tempo stesso di
imparare a relazionarsi in modo positivo con il gruppo dei pari.

Il Capo Scout è per definizione un “fratello maggiore”, una persona che gode della stima del bambino in
quanto considerato persona autorevole (non autoritaria) capace di “calarsi” nella realtà del bambino (senza
dimenticare di essere un adulto), comprenderne i bisogni e dare una risposta alle sue domande utilizzando
il codice comunicativo proprio del bambino: il gioco, l’espressione, ecc..

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Gli strumenti di cui disponiamo

Gli strumenti che il Capo potrà utilizzare sono:

1. Il gioco: esso rappresenta lo strumento educativo per eccellenza. Attraverso il gioco il bambino vive
situazioni che lo stimolano a rapportarsi con gli altri e ad esprimere il proprio mondo interiore. Il gioco non
deve mai essere fine a sé stesso ma deve rappresentare per il bambino un’occasione per scoprire le proprie
abilità e allenarsi a superare i propri limiti, in un clima sereno, nel quale l’eventuale “errore” non venga
considerata una “colpa” ma un incentivo a migliorarsi con gradualità e costanza.
Inoltre la presenza di regole nel gioco aiuterà il bambino a relazionarsi con gli altri ed ad acquisire, ad
esempio il concetto di “democrazia” (le “regole” possono, ad esempio, essere discusse e “inventate” dai
bambini stessi, prima dell’inizio del gioco, e applicate durante il gioco stesso).
Con i castorini il gioco non deve avere come finalità la “concorrenza” quanto la “cooperazione”.
E’ infatti assolutamente sbagliato, in un’età in cui il bambino non ha ancora imparato a relazionarsi in modo
positivo con gli altri, inserire il bambino in un contesto competitivo che porterebbe comunque ad aumentare
la propria aggressività e il proprio egocentrismo.
E’ importante far comprendere al castorino che il proprio compagno di giochi non è un concorrente da
sconfiggere, ma un fratellino con cui divertirsi e crescere.
Il gioco rappresenta inoltre uno strumento per imparare a conoscere il proprio corpo, ad acquisire sicurezza
nel movimento, ad entrare in contatto fisico con i propri compagni in modo naturale e rispettoso.
Nel preparare il gioco, si tenga presente che il bambino di 5-7 anni è capace di sforzi intensi ma limitati nel
tempo (è un tipo “esplosivo” ma non costante) mentre non riesce a reggere uno sforzo prolungato.
Il gioco inoltre deve essere fatto di regole semplici, spiegate in modo chiaro, magari attraverso una
dimostrazione fatta dagli stessi educatori.
Vanno inoltre evitati tutti i tempi morti tra la spiegazione e l’inizio del gioco avendo cura che il materiale di
gioco sia preparato prima dell’inizio della spiegazione.
2. L’attività espressiva: attraverso il disegno, la costruzione manuale utilizzando elementi semplici (carta,
cartone, foglie secche, materiale di recupero) e lo stesso utilizzo del proprio corpo (attività di recitazione,
mimica, ecc.) il bambino può esprimere la propria interiorità e far partecipi gli altri del proprio mondo
fantastico. Al tempo stesso giocare a “comprendere” l’espressione dell’altro aiuta i bambini ad imparare ad
“ascoltare” e a migliorare la propria capacità comunicativa. E’ inoltre un ottimo strumento per l’educatore per
cercare di comprendere eventuali situazioni di disagio vissute dal bambino il quale può esteriorizzarle
“trasferendole” nell’oggetto da lui animato, disegnato o costruito.
3. L’attività manuale: permette al bambino di acquisire sicurezza nella manipolazione degli oggetti e
affinare le proprie abilità manuali. In questa fase di crescita il bambino presenta una certa difficoltà
nell’utilizzo delle mani dovuta ad un ritardo nello sviluppo della muscolatura fine (in pratica è più semplice
per il bambino calciare un pallone che tagliare un foglio di carta seguendo una linea tracciata).
Il bambino va perciò incoraggiato, evitando di evidenziare bruscamente gli “errori” ma invitandolo a riprovare
in quanto “ciò che ha fatto è molto bello, e sicuramente, se lo farà ancora, sarà ancora più bello”. In pratica
lo stimolo deve essere sempre positivo e il bambino si sentirà incoraggiato a “sfidare” sé stesso nel
migliorare le proprie abilità. Come per i giochi, si deve evitare ogni competizione tra i bambini.
4. Il canto: la finalità di questo strumento è quella di imparare ad essere parte del gruppo. Non importa se il
bambino è “stonato” è invece importante che egli canti assieme agli altri, che si senta parte del gruppo. E’
uno strumento che permette, inoltre, di creare un clima rilassato, ad esempio prima di iniziare un racconto o
una chiacchierata.
5. Il racconto: serve a creare una ambientazione fantastica all’interno della quale collocare le altre attività.
Attraverso il racconto possono essere inviati al bambino alcuni “messaggi” che possono poi essere ripresi e
concretizzati nell’attività di gioco. Il racconto, nella branca castorini, è uno strumento flessibile e adattabile
alla situazione, sarà incentrato sulla vita del bosco. E’ in fase di preparazione un racconto ispirato al libro
“Friends of the forest” realizzato dall’Associazione Scout Canadese. E’ comunque possibile utilizzare altre
storie e favole del bosco.
6. Le nuotate di esplorazione (uscite): sono i momenti forti per stimolare il bambino a scoprire il mondo
che lo circonda: la natura, ma anche il territorio in cui egli vive.
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7. I momenti celebrativi: come il Patto, il cambio delle code, la grande nuotata: sono momenti forti di vita di
gruppo nel quale vengono ribaditi l’appartenenza al Movimento Scout e le finalità che il Movimento si
propone, che per il castorino si concretizzano nel rispetto delle Regole della Colonia.
La programmazione delle attività deve tenere presenti gli obiettivi che di volta in volta la staff Capi si darà e
su questi costruire una sequenza di attività che utilizzino in modo appropriato gli strumenti di cui si dispone.

E’ importante prevedere momenti di verifica dell’attività svolta al fine di valutare si gli obbiettivi prefissati sono
stati raggiunti nella loro totalità, raggiunti in parte o non raggiunti e di conseguenza “tarare” la progettazione
delle attività future.

Al tempo stesso è importante essere abbastanza elastici e comprendere se l’attività progettata fa presa nei
bambini o se essa debba essere “aggiustata” in qualche modo. In sostanza si devono privilegiare gli
obbiettivi che ci si prefigge e su questi saper adattare gli strumenti.

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La struttura della colonia.

Art. 42 La Branca Castorini è costituita da unità denominate "Colonie" integrate territorialmente nei
Gruppi. Una colonia non può comprendere più di 25 castorini. Ogni colonia assume un nome di
fantasia legato alla vita o alle caratteristiche dei castori. Ogni colonia è guidata da un Capo Colonia
designato dalla Comunità Capi del Gruppo di appartenenza; ad esso si affiancano con funzioni di
aiuto capo, altre persone, Capi o Rover in servizio, oppure dei genitori, adeguatamente preparati allo
scopo e che abbiano ottenuto parere favorevole alla presenza in colonia da parte della Comunità
Capi su proposta del Capo Colonia.

Art. 43 All'interno della Colonia i bambini sono raggruppati in gruppi di età eterogenea chiamati
"Capanne" e denominate con il nome di un frutto Ogni Capanna può comprendere un massimo di 5 o
6 bambini ed è raccomandata la presenza di un adulto ogni 5 bambini oltre al Capo Colonia.

La terminologia utilizzata nella vita di branca è ispirata alla vita del castoro (animale) e si inserisce
nell’ambientazione del bosco.

L’ambientazione del bosco si presta efficacemente all’inserimento di personaggi fantastici come fate, folletti
e gnomi, che possono essere utilizzati per arricchire i giochi ed i racconti.

Si è scelto il castoro in quanto animale laborioso e socievole che vive in comunità.

La limitazione di 5 bambini per ogni adulto è data dalla necessità di assicurare una formazione il più
possibile personalizzata dei bambini.

Il Capo Colonia non va contato nel determinare il numero di castorini, per cui, ad esempio una Colonia di 15
bambini richiederà la presenza (costante) di 3 aiuto capo (15 diviso 5) più il capo colonia.

Tra i bambini non esiste alcuna gerarchia, né la figura di “capo capanna” . Ogni aiuto capo avrà in “custodia”
una delle capanne in modo da poter concentrare la propria attenzione su un gruppetto ridotto di bambini.

La figura del Capo Colonia, nel nostro metodo, è centrale. Egli assume il nome di “DOC” il castoro saggio.
Ad esso si affiancano, assumendo nomi di fantasia ispirati all’ambiente bosco (nomi di alberi, di piante, di
gnomi, di folletti o di fate) gli altri componenti della staff capi. Spetta a DOC chiamare il cerchio presiedere
alle celebrazioni e organizzare, agli occhi dei castorini, la vita di colonia.

Il regolamento prevede la possibilità di inserire, a fianco dei Capi e dei Rovers, degli adulti, preferibilmente
genitori (che non abbiano i figli nella colonia stessa), i quali assumeranno il ruolo di aiuti capo a fianco dei
Capi o dei Rovers presenti in colonia, e collaboreranno con il Capo Colonia nella progettazione e nella
realizzazione delle attività. Il Capo Colonia e gli aiuti capo formano la staff di colonia.

Gli adulti impegnati in tale ruolo dovranno conoscere il metodo castorini e partecipare al “gioco” con lo spirito
proprio di ogni Capo Scout. La formazione metodologica degli adulti non scout presenti in Colonia è affidata
al Capo Colonia.

La Formazione dei Capi:

La formazione metodologica dei Capi prevede (v. Art. 17 del regolamento Generale):

· TIROCINIO annuale in Branca Castorini
· CORSO DI FORMAZIONE ASSOCIATIVA (generale)
· CORSO DI FORMAZIONE METODOLOGICA
· TESI
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L’uniforme

Art. 26 Le uniformi adottate in ARCISCOUT sono così costituite:

a) CASTORINI
Cappellino di tela azzurra con emblema associativo; maglietta polo rossa;
felpa grigia;
pantaloni jeans scuri;
fazzolettone di branca 1.

Art. 34 I distintivi ufficiali da portare sull'uniforme sono riportati nella tabella allegata al presente
regolamento; essi devono essere posizionati correttamente e si distinguono:
a) Distintivi omerali di Gruppo
b) Distintivo di appartenenza
c) Distintivi di progressione
d) Distintivi di competenza 2
e) Distintivi di partecipazione
Non devono essere portati sull'uniforme distintivi di altre associazioni tranne quelli di
partecipazione.


Art. 35 Il distintivo omerale si porta all’attaccatura della manica destra della camicia o della maglietta
polo; è scelto dal Gruppo e richiama, nel disegno e nei colori ,lo stemma del comune.


Art. 36 Il distintivo di appartenenza associativa rappresentante il castoro per i Castorini [omissis] si
porta sul cuore e si ottiene con la pronuncia rispettivamente del Patto o della Promessa. Il segno
distintivo di appartenenza al Gruppo è costituito dal fazzolettone1. In occasione di incontri
internazionali si porta il distintivo di appartenenza nazionale collocato all'attaccatura della spalla
sinistra.


Art. 44 Gli adulti presenti in colonia che non hanno pronunciato la Promessa Scout, indossano la
stessa uniforme dei Castorini.
I capi ed i rover in servizio indossano l'uniforme associativa.
L'uniforme dei castorini è definita dal Regolamento Generale ARCISCOUT.


Art. 45 lI distintivo di Branca è riportato nella tabella dei distintivi e si porta all'altezza del cuore.


Art. 46 Il distintivo di Capanna è costituito da un quadrato di stoffa di lato 4.5 cm sul quale è
disegnato il frutto che rappresenta la Capanna e va cucito sulla spalla sinistra.


Note:

1: Prassi: Il fazzolettone di Branca che i castorini e gli adulti non scout in servizio indosseranno sarà di colore azzurro (uguale per tutte
le colonie dell’Associazione) con le bandine dei colori del gruppo di appartenenza.
2: Nella Branca Castorini non sono previsti Distintivi di Abilità o Competenza.
Particolare importanza va data all’uniforme la quale dovrà essere indossata con cura sia dai Capi e Rovers,
sia dai castorini e adulti in servizio.


L’uniforme, nel metodo Scout, rappresenta l'appartenenza al gruppo, essa non è solo un segno esteriore ma
anche uno strumento educativo in quanto pone tutti i bambini sullo stesso piano e, al tempo stesso, è
studiata per permettere al bambino ampia libertà di movimento senza la paura di “rovinare” gli abiti.


E’ bene ricordare di tanto in tanto ai genitori e agli stessi bambini che all’attività si arriva con l’uniforme e
senza portare con sé cose inutili all’attività che rischiano solo di creare confusione tra i castorini.


Il distintivo dei castorini è costituito da un castoro marrone posto sopra un triangolo verde e all’interno di un
cerchio blu dove è riportata la scritta “ASSISCOUT”.
I tre colori: marrone, verde e azzurro, rappresentano l’ambiente del bosco: l’azzurro dell’acqua e del cielo, il
verde degli alberi e il marrone dei castori.


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Il fazzolettone di Branca che i castorini e gli adulti non scout in servizio indosseranno sarà di colore azzurro
(uguale per tutte le colonie dell’Associazione) con le bandine dei colori del gruppo di appartenenza. Questa
norma non è codificata nell’attuale Regolamento, ma è divenuta prassi.

Ai castorini non viene dato il fazzolettone di Gruppo in quanto esso rappresenta, per le Branche successive,
l’aver pronunciato una PROMESSA.

La capanna rappresenta nel metodo castorini uno strumento “logistico” per consentire una facile conduzione
della Colonia. Ogni capanna si compone di un massimo cinque o sei bambini e assume il nome di un frutto
del bosco. Le capanne comprendono bambini di età eterogenea. Il distintivo di capanna sarà realizzato dalla
staff capi della Colonia, disegnando su quadrati di stoffa di 4-5 cm il frutto da cui prende nome la capanna.
La stoffa può essere di qualunque colore, purché uguale per tutte le capanne all’interno della medesima
colonia.

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La progressione personale

Art. 47 La Progressione personale si basa esclusivamente sull'età anagrafica ed è rappresentata dal
colore della coda di castoro in panno secondo la seguente tabella:
a) CODA GIALLA fino a 6 anni
b) CODA ARANCIONE dai 6 anni ai 6 anni e mezzo
c) CODA ROSSA dai 6 anni e mezzo ai 7 anni
d) CODA MARRON dai 7 anni ai 7 anni e mezzo
e) CODA NERA dai 7 anni e mezzo all'entrata in branco

Art. 48 All'ingresso in Colonia i bambini assumono il nome di "CUCCIOLI". Dopo un breve periodo di
prova i cuccioli sono invitati a pronunciare , davanti al Capo Colonia, il PATTO, col quale essi
comunicano a tutta la colonia il desiderio di farne parte. Patto è così codificato: “Desidero essere un
buon castorino e rispettare le regole della Colonia”.
Il Castorino che ha pronunciato il Patto, riceve il cappellino, il distintivo di Branca, la coda
corrispondente all'età ed il fazzolettone dei castorini.
Prima del Patto , i castorini indossano l'uniforme con il distintivo di Capanna, ma priva del
fazzolettone, della coda e del distintivo di Branca.

Il cambio della coda rappresenta per il bambino un segno tangibile della propria crescita nella colonia. Man
mano che il castorino cresce, sarà cura della staff capi richiedere al castorino un sempre maggiore impegno.

Possiamo determinare, in questo senso, nel cammino del castorino una serie di tappe, contraddistinte da
particolari verbi, che possono così essere riassunte:

• SCOPRIRE ed IMPARARE -è la tappa iniziale: il castorino scopre la vita della colonia e le sue regole,
impara i giochi più utilizzati, i canti, i segni della colonia, sa fare e spiegare il saluto del castorino,
conosce il Patto, le Regole e il Motto dei castorini. Conosce il significato del distintivo di colonia..
• COSTRUIRE ed ESPLORARE -è la tappa intermedia: il castorino impara ad usare le mani ed a
scoprire il mondo che lo circonda. Acquisisce sicurezza nell’uso degli strumenti e nel gioco.
• FARE ed AIUTARE -è la tappa finale: il castorino sa aiutare i castorini più piccoli mettendo a frutto le
proprie capacità.
Benché non vi sia una diretta relazione tra il colore della coda e le tre tappe (infatti un bambino di 6 anni e
mezzo che entra in colonia riceve con il Patto la coda rossa, ma è ancora nella fase della scoperta), si può
tuttavia definire come obiettivo per una coda nera l’essere giunto alla terza tappa.

Più in generale, le tre tappe possono essere considerate ciascuna come l’obiettivo annuale da conseguire
per un castorino presente fin dall’età dei 5 anni in colonia.

Il Patto dei castorini esprime non tanto una promessa, ma un desiderio. Esso sarà ripetuto ad ogni cambio di
coda.


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Le Regole, il Saluto e il Motto

Art. 49 Le "Regole della Colonia" sono così codificate:
1) Il Castorino è felice assieme agli altri
2) Il Castorino gioca, canta, lavora e rispetta la natura.

Art. 50 ll Saluto dei Castorini va fatto con la mano destra, mettendo il pollice sopra l'anulare e
mignolo ad indicare l'unità della Colonia e l'impegno del castorino più grande ad aiutare il castorino
più piccolo, mentre indice e medio assumono la forma dei denti del castoro. li saluto va
accompagnato dalle parole: "Buona nuotata !"

Art. 51 lI motto dei castorini è: "INSIEME'

Le regole della colonia più che “imporre” un certo comportamento, tendono a mettere in evidenza il “clima”
che deve crearsi all’interno della colonia basato sull’idea che i castorini imparano a fare ogni cosa insieme.

Il Saluto dei Castorini:


BUONA NUOTATA

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Le cerimonie:

LA CHIAMATA AL CERCHIO
La chiamata al cerchio viene fatta dal Capo Colonia all’apertura delle attività e ogni qualvolta essa sia
necessaria per comunicare qualcosa ai castorini (ad esempio al passaggio da una attività all’altra, per la
spiegazione di un gioco, ecc.).
Il Capo Colonia emette un fischio prolungato con un fischietto bitonale per richiamare i castorini
all’attenzione, dopo di che lancia il richiamo “CASTO-CASTORINI”. I castorini rispondono correndo verso il
capo colonia e disponendosi in cerchio, tenendosi per mano (incrociando le mani), secondo il disegno sotto
indicato.


I castorini si disporranno, raggruppati per capanna e intervallati da un aiuto capo. Al centro del cerchio sarà
posto il Grande Castoro Marrone, un pupazzo a forma di castoro utilizzato come “totem” della colonia.

Conclusa la disposizione in cerchio il capo colonia griderà “CASTORINI” e i castorini all’unisono
risponderanno “CRUNK” liberando le mani. Se si tratta del cerchio di inizio attività, il capo colonia rivolgerà
alla colonia il saluto dei castori ed essa risponderà al saluto.

Per chiudere il cerchio (alla fine delle attività) il Capo Colonia grida "“CASTORI” e i castorini rispondono
“CRUNK”, il Capo Colonia allora continua “CASTORI BIM-BUM” e i castorini battendo le mani simulando il
suono della coda di castoro che batte, rispondono “CIAK”

I “COMANDI” (da utilizzare durante il cerchio):

Per far sedere i castorini:
COLONIA GIU’: tutta la colonia si metterà in posizione seduta


Per far alzare in piedi i castorini:
CASTORI TUTTI …: i castorini risponderanno “INSIEME” e si alzeranno di scatto rimanendo in cerchio


Per richiamare il silenzio:
Il capo Colonia alza l’indice della mano destra e attende che tutti i castorini in silenzio facciano altrettanto,
oppure, se è il caso, grida forte “CASTORI” e i castorini rispondono assieme “CRUNK” e poi si mettono in
silenzio.


IL PATTO

Il Patto viene fatto dopo 1 o 2 mesi dall’ingresso in Colonia.

Il Capo Colonia chiama il Cerchio e dopo aver spiegato cosa si sta facendo, chiama ad uno ad uno i cuccioli,
iniziando con quelli più giovani.

Il castorino chiamato si presenta davanti a DOC tenendo in braccio (a sinistra) il Grande Castoro Marrone e
facendo con la mano destra il saluto dei castorini. Assieme a DOC pronuncia la formula del Patto e, a quel
punto, DOC gli consegna il fazzolettone delle colonia, la coda relativa all’età, il capellino associativo, e gli
appunta il distintivo di branca.

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DOC saluta il nuovo castorino il quale si gira verso il cerchio e saluta tutta la Colonia, la quale risponde al
saluto. Il castorino riprende il suo posto in cerchio.

IL CAMBIO DELLE CODE

Il cambio delle code va fatto due volte all’anno: in ottobre (alla ripresa delle attività) e in primavera
(possibilmente durante un’uscita).

Il Capo Colonia chiama il Cerchio, ricorda il senso del cambio della coda, e poi chiama ad uno ad uno i
castorini, iniziando con quelli più giovani.

Il castorino chiamato si presenta davanti a DOC tenendo in braccio (a sinistra) il Grande Castoro Marrone e
facendo con la mano destra il saluto dei castorini. Assieme a DOC ripete la formula del Patto e infine DOC
toglie la vecchia coda e la sostituisce con la nuova, rispondendo al saluto.
Il castorino riprende il suo posto in cerchio.
E’ possibile svolgere contemporaneamente le cerimonie del Patto e del Cambio delle code in un'unica
cerimonia: prima cambiano le code i castorini che hanno già fatto il Patto e di seguito fanno il Patto i nuovi
cuccioli.

IL PASSAGGIO AL BRANCO

Il passaggio al Branco delle Code Nere va preparato anzitempo, invitando, nelle riunioni precedenti il
passaggio, i Capi delle sestiglie del Branco Lupetti che accoglieranno i castorini passanti, ad incontrare i
castorini nel “Consiglio delle Code Nere”. Esso sarà composto da DOC, Akela, le Code Nere e i Capi
Sestiglia. In questa occasione i Capi Sestiglia prenderanno il nome di “Keeo” e dovranno raccontare ai
castorini la storia di Keeo e della notte magica:

LA GRANDE NUOTATA DI KEEO

Keeo era un vecchio castoro dalla coda nera che viveva nella colonia situata vicino al Grande Fiume che
divideva il Bosco dei Castori dalla Jungla. Spesso, di notte, Keeo usciva in esplorazione. Una notte
avvicinandosi al Grande Fiume si accorse che sulla riva opposta si vedevano degli strani animali dagli occhi
lucenti. La notte non prometteva nulla di buono, infatti stava per arrivare un gran brutto temporale e il
Grande Fiume era già in piena da alcuni giorni e la corrente era fortissima. Tuttavia Keeo decise di sfidare il
Grande Fiume per conoscere gli animali che si trovavano dalla parte opposta, e utilizzando un vecchio
tronco come imbarcazione, iniziò la traversata del Grande Fiume. Arrivato al centro, dove la corrente era più
forte, iniziò a piovere e i fulmini solcarono il cielo. Improvvisamente una grande luce lo avvolse ed egli
credette di essere stato colpito da un fulmine, ma subito dopo si accorse che era accaduta una cosa molto
strana: sentiva chiaramente la voce degli animali che erano presenti lungo l’altra riva e quelli che prima
sembravano ululati senza senso, ora diventavano voci comprensibili: “forza fratello”, gridavano, “nuota più
veloce che puoi”. Keeo si guardò e con meraviglia scoprì che il suo pelo e la sua coda erano cambiati, non
assomigliava più ai fratellini della colonia, ma era diventato simile agli animali che si trovavano dall’altra
parte del Grande Fiume. Nuotò con forza verso la riva, vincendo la corrente e giunse dall’altra parte, dove i
Lupi gli corsero incontro e gli dissero: “benvenuto, fratello, tra il popolo libero che vive seguendo la Legge
della Jungla, seguici.”. E lo portarono, tra la Jungla, fino ad arrivare ad un’alta rupe, dove lo attendeva un
vecchio lupo.

Aiutati da DOC i castorini rivolgeranno ad Akela ed ai Keeo varie domande sulla vita del Branco, sulla sua
Legge, le sue abitudini, ecc.

Il giorno del passaggio (la “Grande Nuotata”) Akela chiamerà il cerchio dei Lupi poco distante da dove si
trova la Colonia. Tra la Colonia e il Branco verrà steso un telo azzurro di nylon. I castorini, salvo le code
nere, si disporranno lungo i bordi più lunghi del telo e lo solleveranno mentre DOC e le code nere saranno
disposti in riga lungo uno dei due bordi corti e il cerchio dei Lupi si troverà dall’altra parte (vedi disegno).

Akela chiamerà i Keeo e li inviterà a risalire il fiume ed a prendere con loro le code nere. I castorini
agiteranno il telo mentre i Keeo passeranno sotto fino a “riemergere” dalla parte dove si trovano DOC e le
code nere. Presentandosi davanti a DOC, gli faranno il saluto dei Lupi ed egli risponderà con lo stesso
saluto. Poi chiederanno di poter portare con loro nella grande nuotata le code nere. DOC, rivolgendosi alle
code nere chiederà loro se vogliano andare ed essi risponderanno di si. DOC dunque saluterà con il saluto
dei castori le code nere e le affiderà ai Keeo.

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Le code nere e i Keeo ripasseranno sotto il telo (continuamente mosso dai castorini) e quando si troveranno
al centro, i Keeo aiuteranno le code nere a togliersi il fazzolettone, la coda e l’uniforme dei castori e a
mettere il maglione verde dei lupi, il fazzolettone dei cuccioli di lupo e il cappellino. Il nuovo cucciolo e Keeo
usciranno dalla parte del Branco e prenderanno posto nella sestiglia. Alla fine il Branco si ritirerà per
presentare i nuovi cuccioli ad Akela.


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ALCUNI SPUNTI DI RIFLESSIONE

Appendice 1: Un documento dell’A.I.C.

Il testo che segue è estratto dal Corso per Capi Colonia realizzato dall’Associazione Italiana Castorini ed è
qui riportato come possibile fonte di riflessione.

LA CRESCITA PERSONALE

Parlando di crescita personale nell'ambito del Castorismo, è importante sottolineare quanto l'età
dei 5-7 anni sia importante nel porre alcune basi educative fondamentali per un buon sviluppo
successivo. Nonostante un'apparente tranquillità, il bambino vede infatti in questo periodo
cambiare completamente la propria realtà. Il corpo cambia forma e peso. acquista nuove
capacità. Cambiano le persone e i rapporti con esse (basti pensare all'inserimento nella scuola).
Egli deve uscire dall'infanzia dominata dalla fantasia, dall'istinto, dalle paure. ma anche dalle
sicurezze date dal guscio della famiglia. Soprattutto deve uscire dal suo egocentrismo
conquistando lo 'stare insieme" in un periodo ancora dominato da "io" e 'mio". Non
dimentichiamo infine l'acquisizione di "norme" morali e lo sviluppo dei primi sentimenti religiosi.
Tutto questo come viene affrontato nel metodo castorini?
Il bambino ha senza dubbio bisogno di concretezza. Il cammino che ciascuno deve compiere è
allora simbolizzato dal castoro che, crescendo nell'ambito della Colonia, impara nuove cose,
allarga le sue conoscenze e la sua coda cambia progressivamente di colore, fino a diventare
adulto.
Il Cucciolo, appena arrivato, trascorrerà alcune settimane per inserirsi nella vita di gruppo e per
capire le "regole del gioco". Con la cerimonia del "PATTO" entrerà a far parte ufficialmente della
Colonia, conquistando la sua "Coda Bianca". Si impegnerà così ad essere sempre laborioso e
ad imparare cose sempre nuove insieme agli altri. Successivamente, con la "Coda Grigia",
diventerà un castoro costruttore quindi un castoro esploratore con la "Cosa Fulva"... poi
laborioso, con la "Coda Marrone". Infine, con la "Coda Nera", sarà un castoro saggio, pronto ad
aiutare chiunque abbia bisogno di lui.
Al termine del terzo anno il castoro saggio si prepara alla "GRANDE NUOTATA" verso il Popolo
dei Lupi (ovvero la Salita al Branco), la quale avverrà durante una suggestiva cerimonia
notturna. Va infine precisato che il passaggio di livello non deve avere alcuna parvenza di
promozione per meriti e che, a differenza delle altre branche, la progressione avviene
comunitariamente. Tutti i castorini infatti cambiano la coda due volte l'anno in una cerimonia
collettiva, per sottolineare che si cresce secondo momenti diversi, ma tutti insieme.

LA VITA SOCIALE

Come in tutti gli ambiti educativi, anche in quello sociale a livello di castorini non si possono di
certo prevedere risultati definitivi e raggiunti appieno. Si tratta invece di aiutare i bambini ad
effettuare alcune esperienze indispensabili per la loro futura maturazione. Anche a 5-7 anni è
importante scoprire la propria vocazione, il proprio ruolo nei confronti degli altri, delle cose,
dell'ambiente, anche se questo avviene solo a livello esperienziale e non del tutto
coscientemente.
Il bambino, attraverso la vita della colonia e i rapporti con gli altri castorini e Vecchi Castori,
viene a conoscere meglio le proprie ed altrui capacità, i propri ed altrui limiti. Le attività
suggerite dai verbi della progressione personale (scoprire, imparare, costruire, esplorare, fare,
aiutare,), contribuiranno ad un graduale sviluppo armonico della persona sotto tutti i punti di
vista (tisico, psicologico, morale...). Soprattutto la libertà psicologica viene acquisita ne]
momento in cui il bambino inizia a spostare il centro delle sue attenzioni da se stesso
(egocentrismo) al mondo esterno che viene man mano conoscendo ed imparando rispettare.
Con lo stesso rispetto ed ammirazione si insegnerà al bambino ad aver contatto col proprio e
con l' altrui corpo. Si stimoleranno tutti quei giochi che aiutano una sana e serena
"esplorazione" e presa di coscienza della realtà corporea. In questo contesto, senza mai farne
un problema specifico, si affronteranno e risolveranno, anche attraverso situazioni di gioco, le
questioni di educazione sessuale inerenti all'età.
Il gruppo misto diventerà un vero ambiente di coeducazione nella misura in cui si abitueranno
bambini e bambine a vivere insieme nel modo più naturale possibile, esattamente come in una

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qualsiasi famiglia sana. Da una parte si porrà la massima attenzione a non fare alcuna
distinzione fra maschi e femmine in tute le attività, mentre dall'altra sicercherà di scoprire e
valorizzare le peculiarità di ciascuno.
La colonia con le sue strutture interne (CAPANNE gruppetti misti di 5-6 bambini di varie età,
GRUPPI DI CODE -bambini dello stesso livello di età) è dunque un piccolo "laboratorio" in cui è
possibile attuare una sorta di iniziazione alla vita sociale, con la scoperta delle "regole del
gioco" necessarie per stare insieme e della gioia e sicurezza che il gruppo può dare.
Queste regole sono ispirate da una LEGGE comune che i castorini accettano di vivere nel
momento in cui fanno liberamente il loro PATTO, ma stabilite da loro stessi in base alle
esigenze del momento. La libertà personale diventa infatti libertà di tutti nel momento in cui le
norme sono stabilite di comune accordo.
I bambini non partecipano ancora direttamente all'elaborazione dei programmi, anche se
possono talvolta venire coinvolti nell' organizzazione di particolari momenti di gioco, di attività
espressive e manuali.
Il lavorare insieme è invece il punto caratterizzante di tutta la metodologia di branca ed è
chiaramente definito dal MOTTO "insieme... ", i cui puntini stanno per "...nel lavoro, nel gioco,
nella preghiera...
L'esperienza di vita comunitaria della colonia deve però essere sol il punto di partenza per una
progressiva scoperta del mondo in cui si vive (scuola, parrocchia, quartiere..) e dei problemi
derivanti dall'incontro con persone di idee e abitudini diverse:
accettare il diverso ed essere disponibili alla collaborazione sono espressione di educazione
alla pace.

IL MONDO FANTASTICO

A 5-7 anni, pur essendo in una fase di crescita intellettiva e di acquisizione del senso della
realtà, il bambino sente forte l'esigenza di avere momenti nei quali daresfogo alla sua fantasia.
E' per lui importante potersi creare spazi fantastici in cui scaricare le tensioni, esprimere la sua
spontaneità ed essere in qualche modo artefice di situazioni da lui stesso gestite.
Questo suo mondo non deve sottostare a schemi fissi ma, al contrario, consentirgli di poter
spaziare da un ambiente all'altro, da una situazione ad un'altra. Per questo motivo il castorismo
non offre un'ambientazione unica, ma ciascuna nasce con un gioco e con esso finisce, pronti
per tuffarsi in nuove avventure.
Il bambino non disdegna però di ritornare ogni tanto sugli stessi passi: ecco perché tra i vari
ambienti proposti uno è ricorrente: quello dei castori che vivono presso la diga.
Il racconto "GLI AMICI DEL BOSCO" offre un linguaggio comune, uno sfondo per molte attività,
giochi, drammatizzazioni, canti e cerimonie: ne sono un esempio i cambi di coda, le cerimonie
di apertura e di chiusura, l'inno della Colonia, il Grande Casi oro Bruno e i giochi ambientati.
Non si ritiene invece, per rispetto alle caratteristiche psicologiche dell'età, di caratterizzare i vari
personaggi e di utilizzare forme di morale indiretta sul tipo di quelle utilizzate nel Iupettismo, in
quanto la simbolizzazione non è un processo mentale ancora consolidato.
Quale sarà il ruolo dell'adulto in tutto questo?
Se egli avrà la stessa elasticità di saper entrare ed uscire dai vari ambiti fantastici, riuscirà ad
inserirsi nel gioco dei bambini. Se utilizzerà lo stesso linguaggio, riuscirà a dialogare con loro.
Suo compito sarà però quello di aiutare i bambini stessi ad uscire dalla dimensione fantastica
per appropriarsi di quella più concreta del mondo reale.
I racconti mostreranno poi situazioni in cui la colonia dei castori si apre al mondo circostante (ad
esempio con la famiglia Jones) e danno un naturale sbocco al cammino di crescita, preparando,
sostenendo e giustificando il passaggio in Branco-Cerchio.


L’AMBIENTE

Tra gli obiettivi generali che il Castorismo si prefigge, leggiamo nell'art.6 del Regolamento:
"Sviluppare un contatto profondo e vitale con la natura". Questo, per noi, non è solo una moda
ecologista: le mode non sono infatti nè profonde, nè tantomeno vitali. L'uomo, che
originariamente era egli stesso un elemento della creazione, se ne è poi distaccato, diventando
ormai un distruttore della natura. Bisogna dunque trovare tutte le occasioni possibili per
immergere i bambini nella natura. E' importante farlo già a questa età (5-7 anni), in quanto non
sono ancora "rovinati" come noi dalla civiltà tecnicistica e riescono ancora a "sentirla" in modo
del tutto speciale e ad entrare in profonda comunicazione con essa.
L'art.38 del Regolamento parla però anche di una "...progressiva scoperta del inondo in cui si
vive scuola, quartiere, paese, città...) ". Si tratta allora di riuscire a "leggere con i bambini in

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modo critico l'ambiente costruito dall'uomo, tenendo conto però degli insegnamenti che I natura
ci ha offerto: essere più autentici, più attivi, meno condizionati, più consapevoli del principio di
causa-effetto.
La natura non va studiata sui libri di scuola, ma va vissuta in prima persona. Ecco allora le
tranquille passeggiate o i momenti in cui si lascia che il bambino "vaghi"
serenamente in mezzo ad essa, ascoltando, osservando, toccando, fermandosi ad ammirare
quel singolo fiore o animale.
Così è importante che egli possa giocare a piacere con gli elementi naturali: acqua, terra,
fango, neve, pietre...e, [intanto che non ci sia un serio pericolo, dobbiamo permettergli di
ruzzolare nei prati, di arrampicarsi, di saltare, di correre magari anche Sotto la pioggia.. .di tare
tutte quelle esperienze, cioè, che nella vita quotidiana non può più compiere.
Il bambino in età castorino capisce il mondo "costruendolo" e "smontandolo", ecco perché
bisogna dargli la possibilità di avere un contatto attivo non solo con la natura, ma con qualsiasi
altro ambiente, anche se a prima vista potrebbe apparire fuori dalla stia portata. Si tratta solo di
consolidare in lui la convinzione che non dobbiamo mai essere solo spettatori che subiscono
passivamente, ma anche attori che agiscono per conoscere la realtà a fondo, anche se da
dietro le quinte, per poi intervenire e tentare di are un piccolo contributo per migliorarla.
In questo senso si cercherà con loro, ad esempio, di capire perché avvengono certi disastri
ecologici, ma anche, molto più vicino a loro, cosa si nasconde dietro ai loro eroi della
televisione.

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Appendice 2: DUE PAROLE SUI CAPI:

Questi due “schemi” sintetizzano egregiamente ciò che il Capo-Educatore deve tenere in mente nello
svolgimento di attività con i bambini:


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Appendice 3: FOGLIO PROGRAMMAZIONE ATTIVITA’

Giorno: __________________

Attività
Cerchio di Apertura
Descrizione e
Elenco materiale
Incaricato Note:
Giochi di movimento e di
relazione
Racconto/Canto
Attività Manuale
Lettera del Castoro
Esploratore
Attività
Cerchio di Chiusura


A cura di
Fabio Albanese
Incaricato di Branca
-Ottobre 2001

sabato 22 settembre 2007

I castorini:principi, storia e metodo.

Già in questa età i Castorini entrano nella Grande Famiglia degli Scout e imparano lo spirito di Fratellanza dello Scoutismo ed il rispetto per ogni creatura vivente. Il Castorino/a impara giocando, fa amicizia, sviluppa la sua creatività e fantasia, inizia ad apprendere alcune semplici tecniche scout ed entra in contatto con la natura ed il territorio in cui vive. Compiuti gli 8 anni, i Castorini diventano lupetti . I Castorini sono una Branca dello Scoutismo poco diffusa in Italia. Nel Mondo invece sono tantissimi gli Stati dove le Associazioni Scout riconosciute dal WOSM hanno i Castori come branca ufficiale.
Dopo le insistenti richieste da parte di Genitori di Bambini più piccoli dei Lupetti, il Castorismo nacque all'inizio degli anni '70 in Canada, e poi si diffuse in numerose nazioni.

Castorini nella FederScout

Nella
FederScout esistono da anni numerose Associazioni, aderenti alla Federazione, aventi nel loro Statuto ufficialmente la Branca Castorini. Primi fra tutti i Giovani Esploratori Sardi (A.G.E.S.), che sono stati i pionieri del Castorismo nella FederScout e nello Scoutismo Italiano. Grazie al lavoro di alcuni Capi dell'AGES il metodo Castorini Canadese è stato adattato alla realtà Scoutistica Italiana. Il Castorismo elaborato dall'AGES è stato poi insegnato e divulgato alle altre Associazioni della FederScout, soprattutto attraverso i Corsi di Formazione tenuti annualmente nella Scuola Capi della FederScout.
I Castorini, secondo tutta la tradizione scout, hanno una loro Legge, un loro Patto (l'equivalente della promessa per le altre branche) e un loro Motto.
Legge: 1) Il castoro è felice insieme agli altri, 2) Il castoro gioca, canta e lavora
Patto: Desidero: amare la Famiglia e gli Altri Osservare la Legge della Colonia Fare bene ogni cosa
Motto: "INSIEME"
Legge, Patto e Motto variano leggermente di sfumatura nelle diverse Associazioni, ma mantengono comunque i principi fondamentali espressi.
Scopo dello scoutismo in questa branca è quello di:
- sviluppare al massimo le potenzialità del bambino/a in tutti i campi (fisico, manuale, espressivo, spirituale...), valorizzandone la grande ricchezza tipica di questa età e salvaguardandone la creatività e la spontaneità ancora così fresche;
- sviluppare una consapevolezza della presenza e dell’amore di Dio, attraverso la testimonianza e l’amore degli adulti che vivono col bambino/a;
- sviluppare un contatto profondo e vitale con la natura;
- attuare una “iniziazione” allo spirito comunitario, aiutando la progressiva socializzazione del bambino/a e la scoperta delle “regole del gioco” necessarie per stare INSIEME e della gioia e sicurezza che il gruppo può dare;
- individuare le caratteristiche di ognuno, per aiutare il bambino/a ad iniziare precocemente, in quest’età ancora così plasmabile, la sua “autoeducazione”, cioè il lungo lavoro della costruzione del proprio carattere e della propria personalità;
- mantenere vivo, prima e durante il primo impatto con la realtà scolastica, il gusto della scoperta, dell’imparare giocando, del fare con le proprie mani.
METODO
Il Castorismo utilizza il metodo educativo scout ed è pensato come inserito nel discorso più generale e in previsione del suo proseguimento nell’età successiva nella Branca Lupetti. L’ambiente fantastico è quello del “Bosco”, tratto dal libro “Il Bosco delle Meraviglie” di Tony Wolf e quello più specifico di “Colonia”, tratto dal libro “Gli Amici del Bosco”, un adattamento di due libri:
“Friends of the Forest” ed. Scout of Canada, e “Grogh: storia di un castoro” di A.Manzi ed. Bompiani.

http://it.wikipedia.org/wiki/Castorini